In tempo di coronavirus, il libro è stato un amico fedele. In qualsiasi momento per accompagnare ogni situazione, anche quelle in cui lo stress e la paura facevano capolino.
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L'opera di Adler-Olsen ha tenuto fuori dalla porta i pensieri perché, per come è scritto, in modo facile e scorrevole ma sempre carico di aspettative del ''dopo'', il libro costringe il lettore a rimanere concentrato sul testo, pagine dopo pagina. La trama è avvincente, legata com'è a vicende che sono state trattate dai media di tutto il mondo. Scoprire il finale, per chi ama farlo anticipando i tempi dello scrittore, è stato praticamente impossibile, tante le trame del thriller che l'autore ha costruito sulla storia di una vittima di naufragio di migranti in fuga dall'orrore della guerra e delle torture. Il ritmo serrato del racconto, con le vicende dei protagonisti intrecciate e incastrate le une alle altre, ti accompagnano verso il finale, che, nelle ultime pagine, diventa piano piano chiaro, obbligandoti quasi a leggere senza smettere mai. Un bel libro di uno scrittore che si inserisce a pieno titolo nella grande famiglia degli autori dell'Europa del Nord.